Metal Gear Planet: addio, e grazie di tutto
È arrivata l'ora di salutare per sempre il sito dove ho mosso i miei primi passi
Non credo si possa parlare di notizia improvvisa, né si possa dire che la cosa fosse del tutto inattesa. D’altronde, il sito web era fermo da quasi 5 anni ed è rimasto inaccessibile per qualche tempo. Ora, di comune accordo con tutti i vecchi membri della redazione, con l’ultimo articolo si è deciso di ufficializzare la chiusura definitiva di Metal Gear Planet, il portale che per anni ha fornito notizie, indiscrezioni, approfondimenti e guide dal mondo di Metal Gear e dintorni.
È un passo doloroso, ma necessario. Una specie di “funerale” se vogliamo, un rito catartico col quale elaborare un lutto che per troppo tempo abbiamo fatto finta non ci fosse, ma che stava lì, in attesa di essere affrontato. Lo abbiamo fatto a modo nostro, con un ultimo articolo che sancisce la definitiva fine delle attività editoriali e col quale dare a MetalGearPlanet.it un ruolo nuovo: quello di “monumento” alla memoria di ciò che è stato e che nei nostri cuori sarà sempre.
La community vive ancora su Telegram e Discord, dove insieme ai membri più affezionati portiamo avanti lo spirito del progetto condividendo notizie e commentando insieme le ultime novità. È stata la naturale evoluzione di una realtà che non aveva alcuna pretesa di imporsi come colosso editoriale, ma dare a un gruppo di giovani volenterosi accomunati da una stessa passione uno spazio dove potersi esprimere giocando a “fare i giornalisti”.
Ricordo ancora il primo incontro con MGP. Era il 2014, nel pieno della campagna marketing per The Phantom Pain. Attraversavo un periodo durante il quale i videogames non esercitavano su di me lo stesso fascino che avevano quando ero più giovane. Avevo poco tempo tra studio, lavoro e vita sociale.
Attraverso la pagina Facebook dicevo, MGP stava promuovendo un piccolo contest di scrittura: bisognava sviluppare una storia a partire da uno dei temi proposti da Auronno. Ricordo che scelsi di raccontare del rapporto tra Solid Snake e Big Boss. Il mio elaborato, a dirla tutta, era anche abbastanza banale, nulla di eccezionale né che meritasse tantomeno la vittoria.
Però rappresentò un piede sulla soglia quando, pochi mesi dopo, potei contare su quel primo contatto nel momento in cui in MGP si aprirono posizioni per i newser. Era già gennaio 2015, e questo mi ricorda che sono passati più di 10 anni da quando ho cominciato a fare questo mestiere.
Sotto la direzione del responsabile news ci si organizzava per la segnalazione delle notizie e poi per l’assegnazione e la successiva lavorazione. Le cose di cui parlare non mancavano, dato il periodo. Fortuna che non eravamo poi pochissimi. Anzi, non ho mai avuto timore a definire quel gruppo una vera e propria redazione bene organizzata, dove ognuno apportava il suo contributo in maniera ottimale.
Dopo l’ingresso in redazione la mia passione si riaccese di colpo. Era come se mi fossi svegliato da un lunghissimo sonno e mi fosse presa una voglia matta di recuperare il tempo sprecato. Ho perso il conto di quante volte io mi sia proposto volontario per trattare notizie importanti giusto per il gusto di scrivere. Pochi mesi dopo, quando il posto da coordinatore si è reso vacante, assunsi quel ruolo, ma a scrivere non ho mai rinunciato. Talmente tanta era la voglia di contribuire che nel 2016 decisi di dedicare all’argomento la mia tesi di laurea.
Da lì abbiamo vissuto insieme l’allontanamento di Kojima da Konami, il reveal e poi l’uscita di Death Stranding così come tutti i rumor sui possibili progetti remake di Metal Gear Solid 3 e Silent Hill 2 (a cui, peraltro, credevo davvero poco). Nel mentre però, tutti noi cominciavamo anche a dedicarci ad altro: la vita adulta esigeva il suo tributo da pagare con tempo e impegno e Metal Gear Planet divenne poco a poco un appuntamento più saltuario a cui poter dedicare meno attenzione che in passato.
L’innesto di forze fresche servì a mantenere in piedi le attività ancora per un po’, ma i “fasti” del passato erano chiaramente ormai andati. Dal nostro punto di vista la saga di Metal Gear Solid aveva detto tutto quanto c’era da dire e con l’uscita di Death Stranding alle spalle, troppi dubbi aleggiavano circa la possibilità di vedere un nuovo progetto targato Kojima nel futuro più prossimo. Insomma, l’interesse nostro e della community andò piano piano scemando. Era un processo fisiologico a cui sotto sotto non volevamo soccombere, ma che sapevamo prima o poi ci avrebbe vinto. Era solo questione di tempo.
Abbiamo inespettatamente resistito fino a novembre del 2021: due anni dopo l’uscita di Death Stranding e oltre uno e mezzo dopo il marasma del covid-19, ma gli stacchi tra una notizia e l’altra si erano fatti via via sempre più lunghi: giorni, settimane, mesi interi. Eravamo provati, stanchi e ormai del tutto presi da quegli impegni di cui parlavo sopra. La struttura informatica del sito accusava il peso degli anni e l’idea di una ristrutturazione completa era rischiosa e dispendiosa.
Da allora, il sito è rimasto in silenzio: una cattedrale nel deserto cui facevamo visita di tanto in tanto ammirandone i resti come fossimo turisti e non già veri testimoni di ciò che invece quel luogo aveva rappresentato. Le fondamenta si erano fatte fragili, insidiate dallo scorrere del tempo della tecnologia dove pochi anni corrispondono a Eoni. Per qualche tempo abbiamo continuato a mantenere in vita le pagine social su Facebook e Instagram, ma anche quelle, a causa delle crudeli regole dell’algoritmo, hanno finito con l’esigere più impegno di quanto potessimo effettivamente dedicare e ora giacciono lì, mute da fin troppo tempo in attesa solo di essere risvegliate.
Arriviamo dunque oggi a ufficializzare qualcosa che era un dato di fatto ormai da tempo. Non è come seppellire un amico, ma più come scoprire una targa scintillante dedicata alla sua memoria, consapevoli che non basterebbe una vita a raccontarci quanto ci ha dato.
Mesi, anni di lavoro e di esperienza che poi mi sono portato dietro anche sugli altri siti dove ho lavorato e lavoro (e anche qui su Substack), i primi viaggi verso la Gamescom nel 2017 e nel 2018 in compagnia degli altri membri della redazione sono ricordi che tengo nello scrigno delle cose più preziose. Le battute, le risate, la bonaria rivalità con altri siti dedicati all’argomento, ma anche la serietà e la professionalità le metto in un cassettino del cuore.
Addio Metal Gear Planet, grazie per tutto quello che mi hai dato.