Silent Hill 2: recensioni ottime. Dove sono finiti i detrattori?
Quando impareremo a comportarci da specialisti e non da fan?
Una riflessione che stava già maturando in termini più generali, ma che trova il definitivo stimolo alla pubblicazione in questo post estemporaneo della collega Mara Sanvitale:
Il commento è di per sé esaustivo nella sua concisione. Quello che, stando almeno alle reazioni social degli ultimi due anni, doveva essere un disastro si sta in realtà rivelando un gioco fatto bene e, soprattutto, molto rispettoso del materiale originale.
Lo dimostrano non solo le prime recensioni online, che hanno già fatto schizzare il metascore, ma anche alle vere e proprie scuse che diversi utenti starebbero rivolgendo a Bloober Team in queste ore (ne parla il collega Simone Tagliaferri su Multiplayer.it).
Alle parole di Sanvitale, e sulla scorta del pezzo di Tagliaferri, mi permetto solo di aggiungere alcune mie considerazioni personali nel tentativo di interpretare - ma non necessariamente "giustificare" - il comportamento dell'utenza negli ultimi mesi e di fronte a questo progetto.
Una diffidenza costruita nel tempo
Le impressioni e le sentenze sputate già dopo i primissimi trailer potrebbero essere figlie di una diffidenza che Konami stessa s'era tirata addosso dal 2015 a oggi. Per capire meglio è utile fare un passo indietro.
Sono parecchi a non avere né digerito né metabolizzato ancora la cancellazione di Silent Hills, l'allontanamento di Kojima, l'uscita incompleta di TPP, lo spostamento del focus su eFootball e il mondo mobile….
Lo dimostra il fatto che, ancora oggi, sono parecchi a credere a fantasiose teorie del complotto che provano a inserire ogni frame in una fantomatica serie di mosse utili a un qualche piano segreto di riavvicinamento.
Successivamente, più o meno a partire dal 2019 in poi, ci si sono messi i vari insider e leaker, Mi riferisco a DuskGolem in particolare. Alle sue soffiate sul progetto si aggiungevano i ricamini di chi speculava circa possibili annunci imminenti. Si innescava così un meccanismo perverso di alimentazione dell’hype a cui faceva seguito una delusione delle attese. Un ciclo infinito e sfiancante.
Vero, col senno di poi aveva ragione lui e tanti - me compreso - hanno dovuto ricredersi sul suo conto.
Arrivati a ottobre 2022 - e cioè al Silent Hill Transmission - abbiamo dunque un’utenza stanca, delusa e plasmata dai precedenti sette anni di cancellazioni, annunci mancati e interminabili silenzi.
Gli annunci della discordia
"Non mi aspetto niente, ma sono già deluso". È questo il sentimento che s'è diffuso e cementificato al punto da diventare il sotteso - consapevole o meno, esplicito o no - di ogni critica successiva al lavoro svolto dal publisher. E questo senza ancora considerare la generale percezione nutrita nei confronti di Bloober Team ritenuto da molti - non sempre a ragione - un team dalle capacità tecniche mediocri.
Ed è attraverso questa lente che il grosso del pubblico ha letto la maggior parte degli annunci di quella sera. Se c’è stata curiosità per f e Townfall (NeoBards il primo, NoCode il secondo), Ascension venne quasi subito condannato senza appello (il progetto di Bad Robot e Behaviour si rivelò un flop).
Nostalgia canaglia
E Silent Hill 2? La portata principale del buffet ha solleticato diversi palati, ma ha anche fatto arricciare diversi nasi. Perché?
Le subitanee critiche - che poi si sono trascinate nel corso del tempo - erano tutte rivolte a una supposta incapacità di Bloober Teaam di catturare l’atmosfera dell’originale, di restituire quel feeling sospeso tra sogno e incubo e di rendere i volti dei personaggi uguali identici a come ci si era immaginato sarebbero potuti essere quegli ammassi di poligoni di epoca PS2 e Xbox.
Ma quelle scene che avevano fatto quasi gridare allo scandalo (quando non proprio alla lesa maestà del supremo fandom), così come tante di quelle mostrate successivamente, fino almeno al secondo Silent Hill Transmission di maggio 2024, erano tratte da build vecchie e non definitive. Un dettaglio che molti sembra proprio non avessero colto.
È pratica più che comunque in questo ambiente, mostrare filmati provenienti anche da versioni non ancora rifinite delle build con l’intenzione di rendere l’idea generale. Allo stesso modo, è chiaro che man mano che ci si avvicina alla data di release, il team marketing può attingere a materiale ‘fresco’ e più rifinito.
Una conclusione tutto sommato logica per chiunque, ma che a maggior ragione dovrebbe colpire per prime le sinapsi di specialisti, utenti navigati e sedicenti tali. Tanto più che fu Bloober Team stessa a rintuzzare Konami per avere deciso di mostrare materiale precedente rispetto a quello disponibile.
Errore di valutazione?
Quando qualche mese fa sono apparse le prime impressioni post hands-on di una demo messa a disposizione di alcuni content creator ed esponenti della stampa, i giudizi negativi sono sembrati ulteriormente inaspriti.
Non avendo avuto modo di toccare di prima mano quella demo sono costretto, da utente, a fidarmi di ciò che altri dicono. Or, should I?
Possibile che anche quel giudizio sia stato condizionato dai preconcetti pregressi maturati nel corso dei mesi precedenti la release? Non mi sento di escludere totalmente l’ipotesi. Eppure, le impressioni messe in rete dopo la successiva prova fatta in estate erano di tenore completamente opposto.
Era già difficile credere che i primi commenti degli utenti avessero permesso a Bloober di aggiustare il tiro (nell’ultimo anno di sviluppo, su un progetto Tripla A in piedi da almeno 5); ma immaginare che le critiche mosse post demo siano state propedeutiche a riacciuffare per i capelli un gioco che fino a tre mesi prima - secondo i più - era destinato ad un sonoro flop, e che ora invece raccoglie voti positivi è praticamente impossibile, checché ne dicano sedicenti esperti.
Per carità, avranno giudicato sulla base di ciò che è stato messo loro tra le mani, e l’ipotesi che si trattasse anche qui di una build ancora incompleta, ma stabile, è legittimo. O meglio, lo sarebbe se non ci fosse ancora il sospetto che quell’essere intimamente fan di qualcosa non abbia condizionato altre valutazioni in passato.
Impossibile che in tre mesi un ‘disastro annunciato’ si sia trasformato in quel gioco che ora raccoglie 9 e 10 dalle maggiori testate di settore
Un indizio in tal senso lo offre il trattamento riservato a The Short Message. Il gioco di HexaDrive è stato il primo vero Silent Hill da quasi un decennio. Messa a disposizione gratuitamente su PS5, l’esperienza interattiva ha raccolto parecchio dissenso. Meritava davvero di essere così bistrattata? No, non dal mio punto di vista almeno. Di contro, alla Master Collection Vol. 1, che nulla aggiunge all’universo Metal Gear se non la possibilità di provarlo su next-gen, è stato riservato un trattamento un po’ più favorevole.
Oddly enough, questi sono anche una ennesima dimostrazione di quell’incoerenza di fondo che caratterizza il popolo del joypad: nelle dichiarazioni pubbliche alla costante ricerca di novità e sperimentazione, ma alla prova dei fatti indissolubilmente legato al passato e neanche troppo segretamente refrattario al cambiamento.
Sottrarre se stessi
Essere fan, o legati a una IP, un personaggio o un genere particolare per i più disparati motivi non è una colpa di per sé. Bisogna però tenerne conto nel momento in cui si intende assumere il ruolo di critico.
Diventare giudici super-partes avulsi da un qualsivoglia condizionamento non è impresa facile mai. Il fan tenterà sempre di emergere, specie nei momenti di maggiore scontentezza quando proverà a suggerire una maggiore severità anche laddove questa non sia giustificata.
Per quanto quello in esame sia un caso specifico, credo che il ragionamento possa essere applicato a così tante altre situazioni da poter diventare se non una regola almeno un suggerimento generale. Non possiamo sostenere di essere professionisti se poi cadiamo in quegli auto-inganni che dovremmo avere imparato a evitare da tempo.
Altrimenti siamo solo fanboy.